Il mimo è un
linguaggio gestuale che esprime un messaggio senza usare le parole, infatti con
i movimenti del corpo, come dice la parola che viene dal Greco miméomi, il mimo
si propone di “rappresentare imitando”. La parola mimo ha un duplice significato:
si riferisce sia alla tecnica sia all’autore. Il mimo esegue la pantomina, una
scena teatrale dove predomina l’espressività corporea. Presso i greci il mimo
recitava una farsa popolare in occasione delle feste rurali. Fu in epoca romana
che il mimo cominciò a sostituire la parola con l’azione mimica fatta di gesti
ed espressioni. Per tutto il Medioevo i mimi mantennero viva la tradizione
dello spettacolo: impararono a fare giochi di abilità, a suonare, a cantare e
anche a esibirsi in danze acrobatiche. La vera riscoperta del mimo avviene in
epoca moderna per opera dei francesi: fu ètienne Decroux nel Novecento il primo
a operare una classificazione dei principi e delle regole del mimo. Attualmente
il mimo è presente soprattutto negli spettacoli circensi, di piazza e di
varietà.
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